domenica 23 agosto 2015

I non storici di professione





Questi "storici" di regime, si sentono di fottere perché, una moltitudine di storici improvvisati, stanno ostacolando il loro tiro al piccione.
Erano abituati a scrivere tutto il bene che gli veniva in mente sui "liberatori" che vennero dal Nord a colonizzare il Sud "povero" ed "arretrato".
Da circa vent'anni, questa schiera di non storici di professione, stanno demolendo, pezzo per pezzo, le loro fandonie edulcorate.


C'è una persona che tira in ballo nel suo libro: "Un Popolo di Lazzaroni", una parte di ciò che ho scritto sul mio libro: Sergente Romano da Gioja in Terra di Bari.
Questa persona, Maria Rosaria D'Uggento, non avendo nient'altro da fare se non continuare a portare avanti la vecchia tradizione fatta di menzogne di altri "storici" che l'hanno preceduta, vuole dare lezioni senza esserne in grado.


A pagina 14 del suo libro esordisce con:
"... . Il Risorgimento
ha contribuito alla formazione di una coscienza naziona-
le, ci ha messi in Europa, e questo ha persino determinato
un cambiamento nell'assetto europeo. ..."

Dov'è la coscienza nazionale?
Siamo stati abbandonati dagli sgovernanti che si sono succeduti da oltre 150 anni.
Nel 1859 gli abitanti del Nord Italia erano in miseria e, per non morire di fame, si ingozzavano di polenta morendo di pellagra.
Gli ufficiali francesi che parteciparono alla liberazione della Lombardia, hanno lasciato sui loro libri molte memorie su come erano all'epoca le province di Milano, Como e Bergamo.
Aria pessima, risaie e vaste zone paludose a poche decine di metri dai paesi.
Poche le industrie che, guarda caso, iniziarono a progredire con l'aiuto degli sgovernanti dell'epoca dopo aver conquistato ed annesso (e non unito) il Regno delle Due Sicilie.
Al contrario, nel Sud Italia, le poche industrie che c'erano furono svendute agli inglesi o costrette al fallimento dalla politica pro-nordista.
Per quanto riguarda l'assetto europeo, si vede anche oggi come ha cambiato la politica.
Ogni volta che ci sono decisioni da prendere l'Italia viene messa da parte.
Per la D'Uggento questo è forse un fatto positivo?
Cosa hanno ottenuto quei criminali fascisti del risorgimento?

Forse la D'Uggento non sa (o fa finta di non saperlo) che: Garibaldi, Mazzini, Cavour, Vittorio Emanuele II ed i loro macellai risorgimentalisti sono stati i fondatori ed i sostenitori del fascio romano e del fascismo.


E poi, la D'Uggento, continua mettendo in dubbio l'autenticità dei documenti pubblicati su vari libri dagli storici improvvisati.
Solo chi è in malafede non si fida del prossimo.

Sempre a pagina 14 scrive:
" Sorprende anche la gran massa di documenti "secretati"
che ultimamente escono dagli archivi e ugualmente l'inge-
nua fiducia positivistica della garanzia "veritativa" del do-
cumento."

Se si riferisce ai documenti che furono trovati nelle tasche del Sergente Romano, e che io ho pubblicato sul mio libro, basta cercare e le troverà nell'Archivio Storico della Camera dei Deputati.
Le posso indicare anche il Numero della Busta, ma ci sono "storici" come Mario Guagnano, che avrebbero la sfrontatezza di inserire nei loro libri anche questo senza aver fatto alcuna ricerca.
È già capitato nella "ristampa" del suo libro.
A pagina 67 ha inserito la trascrizione del documento del Sergente Romano con il permesso di rientrare a Gioja, da Nocera (con evidenti e voluti errori rispetto al documento ed alla mia trascrizione), e apponendo alla Nota solo il Numero del Foglio (non avendo anche il Numero della Busta, ha inserito il Numero del Foglio che, tra l'altro, è sul documento originale a pag. 51 del mio libro).
Pubblicherò anche questo al momento opportuno.
A proposito.
Spero che il mio libro sul Sergente ROMANO, lo abbia acquistato, e non sia stato un "omaggio" (a mie spese) dell'"editore" SUMA di Sammichele di Bari.


La D'Uggento, sempre nel suo libro, omette di menzionare il titolo del mio libro, essendo l'unico libro in cui si paragona la mattanza dei napolitani a quella degli ebrei.

Ecco ciò che è scritto nell'Introduzione del mio libro "Sergente ROMANO da Gioja in Terra di Bari":
"   C'è una parte della nostra Storia che, per oltre 140 anni, ci è stata tenuta nascosta.
    È la Storia "dell'unità d'italia" e del "risorgimento", una pagina nera della quale, i falsi
liberatori, si devono vergognare.

    Ciò che ha fatto Hitler agli Ebrei, lo hanno fatto Vittorio Emanuele II, Cavour e Garibaldi

(80 anni prima) ai napolitani.

    I campi di concentramento non furono inventati dai tedeschi, ma dai piemontesi. Nella

fortezza di Fenestrelle ed in altri luoghi del Piemonte, della Liguria, della Lombardia e delle
altre regioni, furono deportati migliaia di soldati borbonici, dissidenti politici, sacerdoti,
"briganti" e gente comune (ostile al nuovo Governo), dove morirono per le condizioni
disumane ed i maltrattamenti."


Ed ecco cosa scrive la D'Uggento a pagina 15:
"..., si paragona la strage di briganti (più di
7.000 secondo Fortunato, 7151 nella relazione La Marmo-
ra, dal '61 al '63; secondo dati attendibili i briganti uccisi
in combattimento o fucilati tra il 1861 e il 1865, furono
5.212; quelli arrestati 5.044, quelli consegnatisi spontane-
amente 3.597) alla Shoa (più di cinque milioni), il Regno
borbonico diviene un paradiso in terra, ..."


Ora sono io ad avere il dubbio che la D'Uggento sia in malafede e spari cifre a casaccio.
Non so dove si è documentata e spero che non insegni Storia ai suoi alunni.
Forse ha tirato fuori le sue cifre da una confezione della "gatta nel sacco"?
Addirittura, secondo i "dati attendibili" della D'Uggento, i "briganti" uccisi in combattimento o fucilati tra il 1861 e il 1865, furono 5.212. Precisi?
Ma se negli elenchi di carabinieri, soldati e cavalleggeri uccisi in combattimento con i "briganti" da maggio 1861 a marzo 1863 (stilati dai "liberatori" e di cui possiedo le copie dei documenti originali), mancano decine di nomi (da me constatati, prendendo i dati da altri documenti, libri e giornali dell'epoca), come facevano a sapere con precisione quanti "briganti" avevano fatto fuori?
Molte volte, questi criminali venuti dal Nord Italia, non sapevano nemmeno i nomi di quei soldati che avevano mandato a morire per distruggere i "briganti".
Sugli elenchi venivano riportati:
Data, Grado, Corpo (di appartenenza)*, Morti (Nome)*, Feriti (Nome)*, Prigionieri (Nome)*, Dispersi (Nome)*, Fatto di (luogo)*, Annotazioni.
Le date, a volte, sono anche sballate e, dopo aver indicato il Grado e il Corpo di appartenenza, inserivano i Nomi; se non si conoscevano i nomi, all'annotazione scrivevano: "Non si sa il nome".
Questa era la "famosa" organizzazione savojarda che fu poi imposta con la forza in tutta Italia!!!

()* = ciò che è scritto tra parentesi è stato da me aggiunto


Di seguito vi sono le immagini delle prime pagine della lista dei soldati savojardi morti combattendo i Patrioti napolitani.
La prima immagine contiene solo una parte dei nomi.
La seconda immagine (completa) mostra la prova che i criminali venuti dal Nord Italia, mandavano i loro soldati a morire alla ventura. Non si sa il nome.





Diversamente dalla D'Uggento, che utilizza i suoi "dati attendibili" (non si sa la loro provenienza), io, non essendo abituato a sparare cazzate (come fanno molti risorgimentalisti), fornisco copie di quello che scrivo.


Un giornale francese, nell'aprile del 1862, pubblicò alcune parti di una lettera ricevuta nello stesso mese da Napoli (contenente i dati dell'anno 1861), scrivendo che:
nelle prigioni di Napoli o nei castelli si trovavano 12.000 detenuti politici di cui 4.000 donne ed un certo numero di bambini.
Nelle 14 province, i detenuti politici erano 47.700.
15.665 persone, donne e uomini, erano stati fucilati come briganti o amici dei briganti.
Le popolazioni insorte in dieci paesi o villaggi erano fuggite nelle campagne.
19 paesi o borghi reazionari erano stati attaccati, saccheggiati ed in seguito incendiati.
Naturalmente, al momento, rendo noto solo questi dati; la prova verrà posta nel mio libro di prossima pubblicazione.

Questo non è genocidio?
In Libia, agli inizi della guerra civile (che tra l'altro è ancora in atto), furono uccise 300 persone.
Si parlava già di genocidio.

Se è così ferrata nelle cifre, faccia sapere agli italiani che fine fecero più di 5.000 giojesi dal 31 dicembre 1861 al 31 dicembre 1865.
Dove furono deportati?
Si vada a controllare i censimenti della popolazione di Gioja del 1861 e di Gioja dal Colle del 1871.
Nel 1871 ne mancavano ancora più di 4.000.
Faccia un favore a tutti noi gioiesi.
So che è nata a Castellaneta, ma la Storia la deve raccontare con i dati di fatto e non secondo i suoi "dati attendibili".
Porti alla luce questa scelleratezza dei suoi buoni risorgimentalisti padri e fondatori del fascismo.
Le anticipo solo un nome di questi infelici:
Scarpetta Domenico, barbiere di Gioia; processato perché accusato di pubblico discorso tenuto il 13 aprile 1864 contro la sacra persona del Re e contro le libere istituzioni.
Guarda un po'! Un "galantuomo" gli porta la libertà e questo ne parla male.
Questa è la riconoscenza di un "lazzarone" locale!
Oltre allo Scarpetta, si trovavano già in carcere i "briganti" (Patrioti!!!) gioiesi:
Bosco, Larizza, Falcone, Dentico, ecc. e quelli imprigionati per la rivolta del 28 luglio 1861.
E gli altri chi erano? Dov'erano? Che fine fecero?
Da una popolazione di oltre 17.000 abitanti (nel 1861, prima della rivolta, Gioja aveva un centinaio di abitanti in più rispetto ad Altamura, che era il capoluogo del circondario), dopo la rivolta del 28 luglio 1861, in cui vennero uccisi e fucilati non 50 o 150 persone come è scritto su alcuni libri, ma 300 (secondo alcune mie ricerche e studi), nel 1865 Gioja arrivò ad avere una popolazione di poco più di 12.000 abitanti.
E gli altri 5.000? In quattro anni erano forse tutti emigrati "volontariamente" in cerca di miglior fortuna?


"professoressa" Maria Rosaria D'Uggento come si fa a raccontare ancora balle agli italiani?
Lei ed altri come lei, con le vostre azioni e con le menzogne che scrivete continuate a proteggere dei criminali.


Per lei e per quelli come lei, i nazisti sono dei criminali, mentre i fascisti e l'esercito italiano non hanno commesso alcun crimine.
Si documenti cosa hanno fatto i fascisti e l'esercito italiano (con la partecipazione dei carabinieri) in Jugoslavia, in Russia, in Grecia, in Albania, in Libia, in Eritrea, in Etiopia, in Somalia e nel sud della Francia.
Anche i nuovi sgovernanti della "repubblica" italiana, fecero di tutto per non far processare e condannare i criminali italiani della 2ª Guerra Mondiale.
I vari generali: Armellini, Berardi, Bonini, Brancati, Ceriana, Coturri, Gambara, Maccario, Magaldi, Mentasti, Orlando, Pirzio Biroli, Pizzi, Roatta, Robotti, Zani, ecc.
Negli elenchi ci sono anche: tenenti colonnelli, maggiori, capitani, ecc.
Erano accusati di crimini di guerra anche ufficiali, sottoufficiali e truppa della Divisione "Zara" ed i carabinieri stanziati nel Montenegro.
Nell'elenco vi è anche un frate: Paolo Simas.
E di cappellani complici di crimini con le loro estreme unzioni date ai partigiani "briganti" slavi (tra cui molti innocenti) condannati a morte (tramite fucilazione), nessuno?
Io metterei il nome del cappellano Pietro Brignoli che, quando assistette al rastrellamento ed alla fucilazione di persone innocenti, padri di famiglia, non fece niente per fermare la mattanza.


SUL LIBRO DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE, INSERIRO' LE IMMAGINI DEI "BRIGANTI" DELLA PROVINCIA DI LUBIANA FUCILATI DAI SOLDATI DELL'ESERCITO ITALIANO.


Gli sgovernanti della novella "repubblica", hanno insabbiato tutto, continuando quella politica dittatoriale che cercavano (a parole) di mettersi alle spalle.
La loro sporca politica comprendeva anche la protezione dei militanti del fascio e dei pezzi grossi dell'esercito italiano.
Non continui a proteggere chi ha fondato il fascismo (i purtroppo noti: Garibaldi, Mazzini, Cavour, Vittorio Emanuele II ed altri malati di mente come loro).
Si vada a leggere il Proclama di Garibaldi (1864) e la lettera di Mazzini agli amici di Pesaro (1866) che contenevano all'interno il loro nefando fascio romano.
Crede che i Balilla sono un'invenzione dell'epoca di Mussolini?
No! Esistevano già all'epoca dei padri risorgimentalisti, ed erano coloro che dovevano istruirsi per emulare l'azione di Giambattista Perasso detto Balilla (nato a Genova nel 1735) che, lanciando un sasso contro i soldati dell'esercito dell'impero asburgico che occupavano militarmente la sua città natale, diede il via alla rivolta popolare del 1746 (all'età di 11 anni).
Mussolini e "sciaboletta" hanno proseguito l'azione voluta da una stirpe di criminali, i savojardi ed i loro fidati macellai, che ponevano al centro della loro politica la dominazione delle altre nazioni, inseguendo il folle progetto di un nuovo Impero Romano.


Tra il paradiso del Regno borbonico (in circa 126 anni, escluse le invasioni ed occupazioni francesi e le rivolte dei "liberali" filopiemontesisti, non si degnarono mai di imbarcarsi in guerre; e, se lo fecero, la lezione francese gli servì da monito) e l'inferno del Regno savojardo (in circa 85 anni, questa stirpe di criminali mai avvezza a dichiarare guerra, ma alla traditora si accodava alle guerre altrui o organizzava guerre con invasioni ed occupazioni di altre nazioni uccidendo migliaia di persone), scelgo il primo.


GABRIELE ORFINO TANCORRE





Pasquale Domenico Romano, sergente dell'esercito del Regno delle Due Sicilie


Gli storici "terra-terra" e gli storici di Regime!!!


Gli scheletri nell'armadio degli orrori e della vergogna del Risorgimento!

La rivolta del 28 Luglio 1861 a Gioja in Terra di Bari


Siamo nati in Paradiso. I politicanti l'hanno fatto diventare un inferno!!!